Da dove deriva il nome Susumaniello: Storia e Origine di un Vitigno Unico

Nel cuore della Puglia, tra i territori fertili della provincia di Brindisi, esiste un vitigno che racconta una storia secolare fatta di tradizioni, passione e amore per la terra: il Susumaniello. Se sei un amante del vino o semplicemente curioso di conoscere le meraviglie enologiche italiane, ti sarai forse chiesto: da dove deriva il nome Susumaniello? In questo articolo, esploreremo le radici di questo nome così particolare e scopriremo come è nato uno dei vitigni più apprezzati della nostra regione.

Le radici del nome: “Susumaniello”

La parola Susumaniello deriva dalla parola dialettale pugliese “somarello” o “somaro”, che significa asino. Questo vitigno, infatti, prende il suo nome proprio dall’asino per una caratteristica peculiare: la capacità di produrre una quantità eccezionale di uva, soprattutto nei suoi primi anni di vita, tale da ricordare la forza e il carico che un somaro potrebbe sopportare.

L’espressione dialettale “Susumaniello” fa riferimento, quindi, alla produttività del vitigno giovane, che nei primi dieci anni regala raccolti abbondanti, per poi ridursi con l’invecchiamento della pianta. Questa caratteristica ha reso il Susumaniello uno dei vitigni più amati dai contadini pugliesi, capaci di ottenere grandi quantità di uva in poco tempo, garantendo così una riserva sicura di vino per il mercato locale.

La storia del vitigno Susumaniello

Seppure oggi sia considerato un simbolo della viticoltura pugliese, il Susumaniello non è sempre stato così popolare. La sua storia è strettamente legata alle migrazioni e agli scambi culturali del Mediterraneo.

Le origini lontane: dalla Dalmazia alla Puglia

Si ritiene che il Susumaniello abbia origini dalmate, importato in Puglia dai mercanti veneziani durante il dominio della Serenissima. I commerci tra le due sponde dell’Adriatico erano intensi e frequenti, e con le merci viaggiavano anche piante e vitigni. Il Susumaniello trovò in Puglia un clima perfetto per prosperare, grazie ai terreni argillosi e calcarei tipici di questa regione.

Nei secoli, questo vitigno si è adattato perfettamente alle condizioni climatiche locali, diventando uno dei simboli della viticoltura brindisina. È interessante notare come questo vitigno, inizialmente utilizzato per produrre vini da taglio a causa della sua alta resa, oggi venga considerato un vero e proprio gioiello enologico, grazie alla qualità delle sue uve.

L’evoluzione del Susumaniello: da vitigno da taglio a protagonista del vino pugliese

Fino a pochi decenni fa, il Susumaniello veniva spesso impiegato come vitigno da taglio, ossia utilizzato per migliorare la struttura e il colore di altri vini. Tuttavia, grazie alla riscoperta di tecniche di vinificazione più attente e a una nuova sensibilità verso i vitigni autoctoni, il Susumaniello ha cominciato a ritagliarsi uno spazio tutto suo.

Oggi, grazie a produttori lungimiranti come Cantina Sampietrana, il Susumaniello viene vinificato in purezza, rivelando tutta la sua complessità e le sue caratteristiche uniche. Il vino che ne deriva è ricco, tannico, con note di frutta rossa, spezie e una freschezza che lo rende ideale sia per l’invecchiamento che per un consumo più giovane.

Conclusione

Il Susumaniello è molto più di un semplice vitigno: è un pezzo di storia della Puglia, un simbolo di resilienza e adattamento. La sua capacità di evolversi nel tempo, passando da vitigno da taglio a protagonista delle tavole, lo rende un unicum nel panorama enologico italiano.

Quindi, la prossima volta che degusterai un calice di Susumaniello, ricorda la sua storia, le sue origini e il suo legame con la terra pugliese. E se ti chiedi da dove deriva il nome Susumaniello, ora conosci la risposta: dal lavoro instancabile e dalla forza di un vitigno che, come un somarello, porta con sé un ricco carico di tradizione.

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